La valutazione della maturità scolare di un bambino è fondamentalmente l’assunzione di una responsabilità nei confronti del suo indisturbato sviluppo per tutta la vita: la decisione in tal senso va presa in base alla relazione, all’incontro con lui e alla conoscenza che gli adulti che lo circondano hanno di lui. Attori privilegiati di questa scelta cosciente sono le sue maestre d’asilo, che ne hanno le competenze pedagogiche e i suoi genitori che si devono assumere il compito di mantenere coerenza e collaborazione con i futuri insegnanti e l’intera comunità scolastica. Nessuna procedura di metodo razionale può o deve sostituire questa scelta, se si vuole tener conto delle aspettative, delle capacità e delle facoltà del bambino.
La pedagogia tradizionale procede per tappe di apprendimento e tende ad anticipare la scolarizzazione perchè, a ragione, più il bambino è piccolo e più le sue forze imitative lo rendono plasmabile e ricettivo agli insegnamenti. In questo modo, però, l’essere che si forma non avrà mai l’occasione di sperimentare come i contenuti della scuola corrispondano alla crescita della sua vita interiore e siano le risposte a ciò che egli matura come quesiti della vita, e potrà sviluppare indifferenza e insofferenza verso quanto gli viene proposto.
Aspettative dei genitori o direttive ministeriali riguardo all’inizio della scolarizzazione risultano sostanzialmente estranee alle reali necessità del bambino e creano senso di preoccupazione e di inadeguatezza. Si mira alla prestazione in tempi brevi e non si valuta abbastanza la ricaduta sulla famiglia di situazioni sociali, d’apprendimento o disciplinari che sono frutto dell’anticipazione; si forma nel bambino un disagio causato dal non appartenere alla comunità in cui si è inseriti e dal non saper affrontare prove che in verità sono inadatte al proprio grado di sviluppo.
Inserire un bambino nel giusto contesto sociale e provvedere adeguatamente alla sua educazione gli dà gli strumenti per conquistarsi la libertà da adulto.
La maturità scolare non si misura solo in prima classe: esiste una maturità a fondamento del nostro agire pedagogico per ogni classe scolastica; spesso le difficoltà si evidenziano verso la fine della terza classe e si acuiscono intorno ai dodici anni.
Anche un bambino che viene mandato a scuola troppo tardi può risultare infelice, perchè ciò che riceve con le attività non soddisfa il suo grado di sviluppo: di certo, però, non sperimenterà mai di non essere capace di assolvere un compito e potrà mettere a disposizione di altri le sue competenze.
Esistono dei segni evidenti, che antropologicamente si manifestano universalmente in ogni essere umano in divenire, che sono caratteristici per valutare l’idoneità del bambino alla scuola; è però possibile che egli non le mostri contemporaneamente o in una sequenza prestabilita: dunque, nulla può sostituire la conoscenza, fatta di osservazioni concrete, quotidiane, accurate, che hanno maestri e genitori. Questi segni compaiono all’incirca nel corso del settimo anno di vita e riguardano lo sviluppo di aspetti fisici e motori, intellettivi, sociali ed emotivi: solo complessivamente costituiscono la possibilità del bambino di relazionarsi con se stesso, con gli altri e col mondo.
Segni corporei:
sviluppo di collo, tronco e punto-vita, come maturazione del sistema ritmico; visibilità delle articolazioni; arco del piede; lineamenti individualizzati; colonna vertebrale a forma di S; inizio della seconda dentizione.
Capacità fisiche:
avere una chiara lateralizzazione; non eccedere nell’irrequietezza, nè nella passività; camminare bilanciandosi col braccio opposto al piede; camminare lungo una linea dritta, in equilibrio; saltare su un piede solo (con entrambi) e anche a piedi uniti; saltare verso l’alto; salire i gradini alternando i piedi; distinguere i movimenti degli arti superiori da quelli inferiori; fare un gesto circolare con le braccia; usare le dita con destrezza (allacciare, abbottonare, arrotolare, afferrare e lanciare, stringere la mano opponendo il pollice, in genere saper fare diversi lavori con attrezzi semplici)
Capacità sociali:
rispettare le necessità degli altri (aspettare il proprio turno) e sapersi mettere a servizio di qualcuno o qualcosa; partecipare alle attività, prestare attenzione all’adulto, realizzare un compito, seguire istruzioni; badare a se stesso (nel mangiare, bere, lavarsi, andare in bagno,…); giocare in modo organizzato e finalizzato, visualizzare situazioni e oggetti (separazione della vita di concetto dalla vita di percezione); instaurare amicizie durature; controllare i sentimenti, aver meno bisogno dell’intervento dell’adulto.
Oltre a questo elenco, per nulla esauriente, si scorgono altre indicazioni sullo sviluppo delle forze di volontà, di sentimento e di pensiero dall’osservazione di pitture e disegni (simmetrie, creatività tecnica, uso della diagonale, comparsa di “sopra” e “sotto”, ripetizioni di motivi grafici come segni di cambiamenti nella dentizione); da quanta consapevolezza ed energia mette nelle attività; dall’uso corretto del linguaggio per esprimere un’idea, dalla capacità di ripetere con cura le storie, in modo chiaro, di conversare e discutere, dallo sviluppo di un pensiero causale.
Alla Scuola Steineriana “Cometa” non esiste una commissione di esperti che valuti la maturità di un bambino: si vuole invece mettere il bambino in una situazione il più possibile spontanea affinchè, tramite il movimento che è il mezzo espressivo principale di tutto l’essere umano nel primo settennio, si possano cogliere le qualità che lo rendono idoneo alla scuola. Per i bambini che frequentano l’asilo Girogirotondo si ha quotidianamente l’opportunità di seguire le tappe di questo sviluppo; coloro che provengono da altre realtà educative saranno invitati a visitare alcuni loro coetanei dell’asilo e saranno coinvolti nel gioco spontaneo. Gli adulti presenti saranno coloro che normalmente si relazionano con bambini di questa età: le maestre d’asilo e l’euritmista. Anche un colloquio con i genitori sarà utile per conoscere i tratti familiari del comportamento del bambino e metterli in grado di fare una scelta consapevole.