11 novembre festa di San Martino, detta anche festa delle lanterne

DSC_0139Toc, toc… l’estate di San Martino sta arrivando!

Parliamo dell’11 novembre, giorno in cui si celebra San Martino.

Il clima ridiventa mite, il mosto si trasforma in uva e tra dolci e falò, è tutto una grande festa! Ecco qualche accenno storico e alcuni  luoghi d’Europa e d’Italia  legati a questa meravigliosa tradizione medioevale.

La storia

Nato tra il 316 e il 317 in Pannonia (l’attuale Ungheria), San Martino  è l’archetipo della carità, per aver regalato metà del suo mantello a un povero incontrato per strada. La notte di quello stesso giorno gli apparve in sogno Gesù, sorridente, avvolto in quello stesso mantello. Ma procediamo con ordine… Si DSC_0536narra che in una giornata d’autunno, il  cavaliere-soldato Martino, uscendo dalle porte della città francese di Amiens, dove viveva, si accorse di un povero vecchio quasi nudo e infreddolito. Davanti a tale miseria, Martino, prese la sua spada e tagliò il suo caldo mantello di lana per donarlo al poveretto. Il sole a quel punto si mise a scaldare come se fosse estate. Infatti, un famoso proverbio recita “San Martino, tre giorni e un pocolino”, ovvero circa 3 giorni e mezzo di clima estivo. Ecco perché si parla dell’estate di San Martino! Ed è così che ci attende questa festa, che in linea di massima, va dall’11 al 18 novembre.

Poi, col passare del tempo, la festa di San Martino, nata in Francia, si diffuse un po’ ovunque in Europa, specialmente  in Germania e in Scandinavia.

In pratica, con questa tradizione si celebra la fine dei lavori nei campi e l’inizio della raccolta. Infatti, solitamente, la festa è accompagnata da falò e da giochi legati al folklore contadino. Il simbolo correlato al santo è l’oca perché, secondo un’altra antica leggenda, Martino per evitare di essere ordinato vescovo, si nascose sotto un mucchio di penne d’oca. L ‘ estate di San Martino  si spiega con un anticiclone  che sovente si ripercuote quasi ovunque nel mondo, causando condizioni metereologiche estremamente miti o comunque meno rigide delle classiche temperature invernali.

Tradizionalmente, per l’estate di San Martino si aprono le botti e si assaggia il vino novello, che è sempre un buon motivo per infondere brio e fare festa!

Sia in Europa, che in Italia, le tradizioni legate a San Martino sono varie e una delle nazioni maggiormente legate a questa tradizione è la Germania, dove si onora il santo con un enorme falò chiamato Martinsfeuer”. Di norma, alcune notti prima della festa dell’11 novembre e la notte stessa, adulti e bambini fanno una lunga processione tenendo in mano delle lanterne e intonando delle canzoni dedicate a San Martino. La passeggiata parte da una data chiesa per poi raggiungere la piazza principale, dove viene acceso il grade falo’.

In Germania questa ricorrenza coincide proprio con l’inizio del Natale. Così, dopo la “Laternenumzug”, la summenzionata processione notturna, dove le lanterne di carta vengono appese a dei rami e il corteo di gente recita una sorta di filastrocca propiziatrice, ognuno dei partecipanti, si porta a casa la sua amata lanterna, che dovrà accendere ogni giorno fino all’arrivo del Natale, perché si dice porti prosperità, gioia e fortuna.

Un altro luogo legato a questa festa è Malta. Qui, secondo la tradizione, ai bambini viene DSC_0627regalato un sacchetto pieno di frutta fresca e secca, come noci, castagne, fichi, arance, mele e melograni, oltre al pane arrotolato di San Martino, il cosiddetto “hobza ta ‘San Martin”.

  • A Venezia, invece, i bambini possono intonare simpatiche canzoncine e filastrocche in dialetto, armati di pentole e coperchi, vagando di calle in calle e domandando ai passanti qualche soldino per comprare il dolce di San Martino fatto di mele cotogne, oppure qualche caramella o qualche dolcetto tradizionale di cotognata (persegada) o i  biscotti di pastafrolla a forma di soldato a cavallo, decorato con glassa, san-martinocaramelle e cioccolatini.
  • In Sicilia, invece, la festa del santo coincide con la cosiddetta “svinatura”, ovvero il travaso del mosto-vino in tini e botti. Va da sé che l’obiettivo è quello di assaggiarlo. Per San Martino, infatti, come recita un proverbio, “si spilla la botte e si assaggia il vino”, tanto che la tradizione vuole che il santo sia anche il protettore degli ebbri. A Palermo, ad esempio, si mette in scena un’antica usanza, ovvero “abbagnare nn’u muscatu”: inzuppare il tradizionale biscotto di San Martino detto “sammartinello” nel vino moscato. Il vino usato è il moscato di Pantelleria, che, grazie alla sua fermentazione, è dolce e lievemente fruttato, ottimo per i palati anche più fini.
    • Preparazione dei biscotti di San Martino 
      dosi per 6 persone:
      1  kg   di farina
      500 gr. di burro
      6  uova
      400  gr di zucchero
      aroma di vaniglia    q.b.

      Amalgamare burro freddo a pezzi con la farina poi aggiungere uova, zucchero, aromi e impastare velocemente.
      Lasciare riposare la pasta frolla in frigorifero per 30 minuti. Riprendere e lavorare velocemente un minuto. Stendere e dare la forma del classico biscotto di San Martino. Infornare a 180°C per circa 20 minuti.
      Decorare a piacere con glassa reale e caramelle.