” Quando si arriva a esprimere nella forma più facile quello che è più difficile da capire, si ha l’arte più grande, più naturale, più essenzialmente connessa con l’uomo. E poiché nel bambino l’entità umana è unita in maniera ancora primordiale con tutta l’esistenza e con tutta la vita, il bambino ha bisogno della fiaba come nutrimento per la sua anima. Nel bambino può muoversi ancor più liberamente la rappresentazione di una forza spirituale che non deve venir irretita in concetti teorici astratti, a rischio di devastare l’anima infantile. Deve essere mantenuto il nesso con quanto ha radice nelle profondità dell’esistenza.
Ecco perché non possiamo apportare maggior beneficio all’anima del bambino di quando facciamo agire su di essa questo elemento che riconduce le radici dell’uomo alle radici dell’esistenza. Il bambino deve essere ancora creativamente attivo alla costruzione di se stesso e deve produrre da sé le forze formative per la sua crescita, per lo sviluppo di tutte le sue disposizioni naturali. Ecco perché sente nelle immagini della fiaba, in cui si congiunge radicalmente con l’esistenza, un nutrimento tanto meraviglioso per la sua anima. Anche l’adulto, per quanto egli sia dedito all’elemento razionale dell’intelletto, non può mai distaccarsi dalle radici dell’esistenza con le quali è intimamente unito; proprio quando deve essere coinvolto al massimo nella vita , e pertanto in qualunque età della vita, ritorna sempre volentieri alle fiabe, se solamente egli sia dotato di un animo sano ed equilibrato.
Non vi è infatti alcuna età, ne alcuna condizione umana che ci possa estraniare da quanto sgorga dalle fiabe; dovremmo perdere ogni legame con la parte più profondamente unita alla natura umana, se non avessimo sensibilità per quanto di questo senso dell’umana natura si esprime nelle fiabe e nella loro atmosfera naturale, semplice e primitiva, tanto incomprensibile all’intelletto.
Si può quindi comprendere come uomini che dedicarono tanto tempo a ridare all’umanità le fiabe, anche se un po’ intonacate di cultura, uomini come per esempio i fratelli Grimm , abbiano avuto il sentimento di dare all’umanità qualcosa di intimamente appartenente alla natura umana stessa. Allora si comprende anche come, nonostante lo sforzo notevole esercitato per secoli da parte della cultura razionale a estraniare dalle fiabe l’anima umana e anche quella infantile, tali raccolte di fiabe abbiano ritrovato favore presso gli uomini sensibili e siano ridiventate bene comune non solo delle anime infantili, ma di tutti.
……….Fiabe e leggende sono come un Angelo buono, dato all’uomo alla nascita, conforme alla sua patria, per il suo pellegrinaggio terreno; perché gli sia fedele compagno per tutta la vita e, appunto perché gli si offre come compagno, renda la sua vita una vera fiaba interiormente animata. ”
– tratto da “La poesia delle fiabe alla luce della Scienza dello Spirito ” di Rudolf Steiner –